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Mamma, papà...va bene così.


“Come si fa ad essere bravi genitori? Esistono libri che possono insegnarmi fare il genitore? Come faccio a sapere se sto facendo la cosa giusta? Sto sbagliando…ma non so come e cosa fare…!”.

Queste sono alcune delle tante domande e riflessioni che molti genitori si fanno interrogandosi sul loro ruolo genitoriale…in effetti il mestiere del genitore, affascinante e non facile, vecchio come il mondo e pur sempre nuovo, è un lavoro mai appreso a sufficienza.

Iniziamo col dire che la genitorialità non coincide con l'evento della nascita ma inizia molto tempo prima…con un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive determinando un disequilibrio nella coppia che è chiamata alla costituzione di un nuovo equilibrio. Divenire genitori implica un sostanzialeriorganizzazione delle relazioni interpersonali all'interno della rete di parentela della coppia stessa.

La nascita di un figlio produce un effetto "onda" che mette alla prova la tenuta della coppia: altera le consuetudini, i ritmi, gli orari, fa "smarrire" il tempo privato; cambia la rappresentazione dell’altro (inteso come partner) e gli spazi di intimità; è un evento critico che la coppia dovrà far fronte con le sue risorse e difficoltà: tale evento può portare la coppia ad unirsi oppure a sfasciarsi…


Detto questo, il mestiere di genitore, come in tutte le imprese creative, induce “spintaneamente” a cercare soluzioni sempre nuove: il fare o l’essere genitore pone continui interrogativi e mette in quella condizione paradossale per cui l’unica cosa certa è l’incerto… tutt’altro che facile! In effetti si diventa genitori in una scuola che non c’è e con dei maestri che non esistono: sono le difficoltà e gli errori in cui spesso ci si imbatte a fungere da stimolo per cercare di migliorarsi.


Una cosa da cui partire per sperimentarsi è avere un’idea complessiva di se stessi, delle consapevolezze circa le proprie paure, delle certezze ed incertezze, dei limiti e degli aspetti emotivi che condizionano le modalità comportamentali. Ci vuole del coraggio per attuare un cambiamento ma le trasformazioni nel ruolo del genitore sono continue, e a queste si deve adeguare… spontaneità, autenticità, sincerità e coerenza assieme ad ansie e inquietudini, stanchezza, sconforti e sensi di colpa fanno emerge una figura in grado di trasmettere sicurezza e amore: “Pur avendo molte buone ragioni per detestare il figlio”, come diceva Winnicott, “è una madre in grado di rispondere adeguatamente ai suoi bisogni”, capace, aggiungerei, di vedere e accettare il proprio figlio come un essere separato da sé, con le sue caratteristiche, le sue unicità e particolarità. Impegnarsi in questo difficile compito ha l’obiettivo di vivere un po’ più sicuri la propria genitorialità tenendo sempre presente che la sicurezza è un ingrediente necessario nella relazione con i propri figli.


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